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Condannati pm per aver nascosto prove utili alla difesa

Notizia dal https://www.iltempo.it/attualita/2024/10/08/news/eni-nigeria-condanna-fabio-de-pasquale-sergio-spadaro-rifiuto-atti-ufficio-nascosto-prove-40564956/

La recente condanna dei PM Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro nel caso Eni-Nigeria ha suscitato indignazione, soprattutto per chi vede nella loro pena una mancanza di giustizia. Come è possibile che PM (ovviamente non di Bolzano, come volevasi dimostrare), occultino prove, nascondano, intralcino la giustizia, frodino in processo, e vengano condannati solo a 8 mesi, con anche non menzione nel casellario giudiziario? Non vengano licenziati e quindi continuino a giudicare gli altri, uno addirittura nel sistema antifrodi, fa ridere solo leggerlo.

Quando, prima di tutto, andrebbero licenziati e, proprio per il posto che occupano, finire almeno 8 anni in galera, altro che 8 mesi. Poi scrivono quella enorme cazzata nei tribunali “la legge è uguale per tutti”. Almeno fra poco sui giornali avranno compagnia di una loro collega PM e un giudice, che spero vadano poi a finire a fare il mestiere di famiglia che dovevano già intraprendere (sempre non del Trentino ovviamente).

La delusione cresce nel vedere che magistrati incaricati di difendere la giustizia possano continuare a operare senza subire conseguenze adeguate. In una situazione del genere, è fondamentale che la giustizia venga applicata con rigore, specialmente verso chi ha il compito di farla rispettare. Non è accettabile che tali individui continuino a operare come se nulla fosse, mentre ai cittadini comuni, in simili circostanze, toccherebbero pene molto più severe. Il sistema sembra proteggere chi è al suo interno, piuttosto che garantire l’uguaglianza davanti alla legge.

In conclusione, casi del genere non fanno altro che rafforzare la sfiducia nel sistema giudiziario e dimostrare che spesso chi detiene il potere lo usa a proprio vantaggio, invece di tutelare i principi che dovrebbe difendere.

Mafiopoli delle Procure