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La Collusione tra Giudici, Pubblici Ministeri e Avvocati: Un Fenomeno di Corruzione nel Sistema Giudiziario Italiano

Il sistema giudiziario italiano, come molti altri sistemi nel mondo, è progettato per garantire imparzialità e giustizia (🤣🤣🤣). Tuttavia, vi sono casi in cui questo ideale viene tradito da atti di corruzione e collusione tra giudici, pubblici ministeri (PM, ma in alcune procure per alcuni ha significato di piccoli mafiosi e piccole mignotte) e avvocati. Questi comportamenti corrotti non solo minano la fiducia pubblica nella giustizia, ma compromettono anche il principio fondamentale dell’equità processuale. Questo articolo esplora la problematica della manipolazione dei processi giudiziari per favorire gli avvocati del proprio foro, analizzando i meccanismi di collusione e corruzione, e citando rilevanti articoli del codice di procedura penale e del codice penale italiano.

La Collusione tra Giudici e PM con gli Avvocati

La collusione tra giudici, PM e avvocati può manifestarsi in vari modi. In alcuni casi, i giudici e i PM possono manipolare le procedure per avvantaggiare determinati avvocati, ricevendo in cambio benefici personali o professionali. Questo tipo di collusione spesso implica la violazione di diversi articoli del codice di procedura penale e del codice penale.

Corruzione e Codice Penale

L’articolo 319 del Codice Penale italiano tratta della corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, stabilendo che: “Il pubblico ufficiale che, per compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dieci anni.” Questo articolo è fondamentale per comprendere le implicazioni penali delle azioni di giudici e PM corrotti.

L’articolo 321 del Codice Penale, invece, estende la punibilità ai privati cittadini che corrompono pubblici ufficiali, affermando che “Le pene stabilite nel primo comma dell’articolo 318 e nel primo comma dell’articolo 319 si applicano anche a chi dà o promette il denaro o altra utilità alle persone indicate negli articoli stessi.”

Codice di Procedura Penale

Il Codice di Procedura Penale italiano contiene varie disposizioni progettate per garantire l’equità processuale e prevenire abusi di potere. Ad esempio, l’articolo 327 stabilisce che il pubblico ministero deve esercitare l’azione penale e compiere gli atti necessari per assicurare il corretto svolgimento delle indagini preliminari, senza favorire alcuna delle parti.

L’articolo 328 del Codice di Procedura Penale vieta ai giudici di svolgere attività incompatibili con la loro funzione, e l’articolo 329 sancisce l’obbligo di astensione per i giudici che si trovano in situazioni di conflitto di interesse.

Casi di Manipolazione dei Processi

La manipolazione dei processi può avvenire in vari modi, tra cui:

  • Aggiustamento delle Udienze: Giudici e PM possono manipolare la calendarizzazione delle udienze per favorire certi avvocati.
  • Influenza sulle Sentenze: Giudici corrotti possono emettere sentenze favorevoli in cambio di tangenti o altri benefici.
  • Condivisione di Informazioni Riservate: PM possono fornire informazioni privilegiate agli avvocati per garantire loro un vantaggio nelle cause.

Conseguenze Disciplinari

Oltre alle conseguenze penali, i giudici e i PM coinvolti in attività corruttive possono affrontare sanzioni disciplinari. La legge italiana prevede vari provvedimenti disciplinari per i magistrati, inclusi la sospensione, la rimozione dall’incarico e la radiazione dall’ordine giudiziario.

Conclusione

La collusione e la corruzione nel sistema giudiziario rappresentano una grave minaccia per la giustizia e l’integrità istituzionale. È essenziale che il sistema giudiziario italiano rafforzi i meccanismi di controllo e vigilanza per prevenire e punire tali comportamenti. La fiducia del pubblico nella giustizia dipende dalla trasparenza e dall’imparzialità del sistema, valori che devono essere difesi con vigore contro ogni forma di corruzione.

M. De Luca

il mio libro Mafiopoli delle Procure

Il Consiglio Superiore della Magistratura